Dr.ssa Michela Barducco

Dietista, Naturopata, Counselor e Floriterapeuta

Riflessologa

Alimentazione e trattamenti naturali

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I comportamenti di body-checking

Posted on May 15, 2013 at 5:22 PM Comments comments (290)
La teoria cognitivo comportamentale sostiene che l’eccessiva importanza attribuita al peso e alle forme corporee nella valutazione di sé sia la psicopatologia nucleare dei disturbi dell’alimentazione.   
Le espressioni comportamentali derivate da essa includono: 
  1. comportamenti finalizzati a modificare il bilancio energetico
  2. comportamenti che non modificano il bilancio energetico   

Tra i comportamenti che non modificano il bilancio energetico troviamo i comportamenti di body-checking o controllo del corpo.
Il check del corpo può essere di diversi tipi, classificabili in 5 categorie: 
  1. check del peso 
  2. check visivi 
  3. check tattili 
  4. check di confronto 
  5. check di rassicurazione.    

  1. Check del peso: pesarsi frequentemente, più volte al giorno, ad esempio prima e dopo il pasto. 
  2. Check visivi: esaminare frequentemente allo specchio o in qualsiasi superficie riflettente (ad esempio nelle vetrine) specifiche parti del corpo (es. pancia, cosce, sedere).
  3. Check tattili: misurare le circonferenze del corpo (es. vita, cosce, fianchi, polsi), prendere in mano le pieghe cutanee per valutarne le dimensioni, indossare abiti stretti per sentire come stanno, controllare se le cosce si toccano, toccare le ossa per verificare se si sentono.
  4. Check di confronto: guardare le donne più magre o con alcune particolari caratteristiche (es. pancia piatta, gambe magre e lunghe), confrontarsi con le modelle o con personaggi che appaiono sulle riviste o in televisione, informarsi del peso o della taglia corporea di altre persone.
  5. Check di rassicurazione: chiedere rassicurazioni agli altri sul proprio aspetto fisico, su come ci stanno i vestiti, sul peso o le forme corporee.           

Esiste un’associazione tra check del corpo ed evitamento dell’esposizione del corpo: le persone con disturbi dell’alimentazione passano frequentemente da periodi in cui controllano ripetutamente il loro peso e le forme corporee ad altri in cui evitano di pesarsi o di guardarsi.            
Il check del corpo contribuisce, insieme alle altre espressioni comportamentali derivate dal nucleo psicopatologico dei disturbi dell’alimentazione (eccessiva importanza attribuita al peso, alle forme corporee e al controllo dell’alimentazione nella valutazione di sé), a mantenere i pensieri e le preoccupazioni per il peso, le forme corporee e l’alimentazione e dunque lo schema di autovalutazione disfunzionale.          
I meccanismi per i quali il check del corpo è un fattore di mantenimento sono i seguenti: 
  • il check del corpo facilita lo sviluppo di bias cognitivi, come l’attenzione selettiva per parti del corpo di cui si è insoddisfatti, con conseguente aumento della preoccupazione e dell’insoddisfazione nei confronti delle forme corporee o del peso, se si effettua un check del peso
  • le informazioni ottenute dal check del corpo possono essere interpretate come una minaccia al controllo o un fallimento del controllo che può servire a mantenere la restrizione dietetica; ad esempio pesandosi frequentemente (controllando il peso più volte al giorno, dopo i pasti o dopo aver consumato cibo in eccesso) può verificarsi l’interpretazione delle normali fluttuazioni del peso corporeo nel senso di una perdita di controllo
  • il check del corpo può essere usato per creare uno stato di disagio in modo da motivarsi alla restrizione dietetica
  • il check del corpo, eseguito in uno stato di ansia forse può anche comportare una sovrastima delle dimensioni corporee. 

Il check del corpo può essere affrontato con varie strategie comportamentali. 
  1. Stabilire cosa sia un check funzionale del corpo 
  2. Sostituire gradualmente i comportamenti disfunzionali di check del corpo con comportamenti funzionali. 
Dunque lo scopo non è genericamente eliminare i comportamenti di check del corpo non funzionali ma sostituirli con altri comportamenti che risultino più funzionali. 
  1. Stabilire cosa sia un check funzionale del corpo: per quanto riguarda il controllo del peso un controllo funzionale consiste nel pesarsi una volta alla settimana; per quanto riguarda il guardarsi allo specchio è necessario valutare i motivi per guardarsi allo specchio (ad esempio per vedere se i capelli o i vestiti sono in ordine), quando è opportuno guardarsi (ad esempio la mattina quando ci si alza o prima di uscire), come guardarsi (ad esempio senza dare dei giudizi negativi), che cosa guardare (ad esempio il corpo nella sua interezza per vedere se i vestiti sono in ordine, il viso per vedere se i capelli o il trucco è in ordine), per quanto tempo (ad esempio stare davanti allo specchio brevemente), dove specchiarsi (ad esempio solo nello specchio del bagno quando ci si alza al mattino, solo nello specchio vicino all'ingresso prima di uscire di casa). 
  2. Sostituire gradualmente i comportamenti disfunzionali di check del corpo con comportamenti più funzionali
  • scrivere tutti gli episodi di check del corpo disfunzionale 
  • pianificare e mettere in pratica eliminazioni specifiche e ben definite di comportamenti di check del corpo disfunzionali con i corrispondenti comportamenti funzionali sostitutivi.     

Il trattamento dei disturbi alimentari: l'alimentazione meccanica.

Posted on December 6, 2012 at 7:55 PM Comments comments (434)
Chi soffre di disturbi dell’alimentazione ha difficoltà a capire quando ha fame o è sazio ed ha pensieri disfunzionali nei confronti dell’alimentazione, del peso e delle forme corporee. 
Una strategia utile per affrontare questi due ostacoli si è dimostrata l’alimentazione meccanica
Mangiare meccanicamente consiste nel cercare di assumere il cibo secondo quanto si è pianificato in precedenza: si dovrebbe considerare ilcibo comeunamedicina.
La pianificazione dei pasti si è dimostrata utile per facilitare l’esposizione al cibo, l’eliminazione della restrizione alimentare e la restrizione del BMI: essa consiste nel pianificare in anticipo quanto, quando, che cosa, dove e in quanto tempo mangiare. La pianificazione dei pasti viene utilizzata nel trattamento dell'anoressia nervosa: una volta pianificata l’alimentazione va consumata utilizzando la tecnica dell’alimentazione meccanica. 
L'alimentazione meccanica è dunque una strategia terapeutica  utilizzata nei programmi di riabilitazione nutrizionale ospedaliera e ambulatoriale per il trattamento dei disturbi alimentari, in particolare per il trattamento dell'anoressia nervosa; attualmente nel trattamento della bulimia nervosa e dei disturbi alimentari atipici si preferisce utilizzare altri tipi di strategie terapeutiche. 
                                   
L'alimentazione meccanica è una tecnica studiata per imparare a ridurre i pensieri riguardanti il cibo, i pensieri legati al controllo del peso, le abbuffate (sia oggettive sia soggettive), a ripristinare i segnali biologici della fame e della sazietà, a ridurre l'ansia e i sensi di colpa connessi all'alimentazione. 
Per riuscire ad alimentarsi meccanicamente è necessario svuotare il pasto di ogni significato; il cibo viene considerato come una medicina da prendere ad orari scadenzati e prefissati (il cibo va assunto negli orari stabiliti e non bisogna assumere cibo al di fuori di essi) e nelle quantità stabilite: quando si segue l'alimentazione meccanica bisogna ignorare i segnali di fame e sazietà (falsati dal disturbo), imparare ad ignorare i pensieri e le preoccupazioni  per quello che c'è nel piatto e per l'adeguatezza delle porzioni, bisogna evitare di rimuginare sul cibo.
Pianificare i pasti e alimentarsi meccanicamente significa decidere in anticipo quando, quanto e cosa mangiare ed attenersi al programma in modo scrupoloso: è importante non saltare mai un pasto, cercare di non mangiare in solitudine e dopo il pasto cercare di distrarsi, in modo da limitare il più possibile i rimuginii riguardanti il cibo assunto. 
L'alimentazione meccanica va proseguita fino alla normalizzazione del peso: a questo punto gli stimoli della fame e  della sazietà saranno più affidabili e le preoccupazioni  per l’alimentazione,  il peso e le forme corporee diminuite.
Quando si utilizza la tecnica dell'alimentazione meccanica è  molto importante cercare di non assumere cibo in difetto o in eccesso rispetto a quanto pianificato: solo così sarà possibile ridurre veramente l’ansia nei confronti del cibo ed il rischio di abbuffate con i conseguenti sensi di colpa e metodi di compenso; ricordiamo a questo proposito che le abbuffate soggettive sono un fattore di mantenimento del disturbo come le abbuffate oggettive e che le prime come le seconde sono in grado di portare a mettere in atto i metodi di compenso che a loro volta rappresentano un ulteriore fattore di mantenimento del disturbo. 

L'alimentazione meccanica permette di:
  • Ridurre l’ansia nei confronti del cibo
  • Rimuginare meno sull'alimentazione
  • Evitare di perdere il controllo sull'alimentazione
  • Ridurre il rischio di abbuffate
  • Recuperare i segnali biologici di fame e sazietà
  • Ridurre i sensi di colpa per aver mangiato.

Disturbi alimentari: fattori di rischio

Posted on November 17, 2012 at 10:55 AM Comments comments (158)
Sono stati individuati alcuni fattori di rischio per lo sviluppo dei disturbi alimentari, suddivisi in fattori di rischio generali (condizioni non modificabili che aumentano in generale il rischio di sviluppare il disturbo), fattori di rischio generici (presenti anche in altri disturbi mentali) e fattori di rischio specifici (presenti solo nei disturbi dell’alimentazione). 

I fattori di rischio generali sono condizioni non modificabili che aumentano in generale il rischio di sviluppare il disturbo, quali il sesso femminile, l’adolescenza o la prima età adulta e il fatto di vivere in una società occidentale.

Tra i fattori di rischio generici (presenti anche in altri disturbi mentali) abbiamo alcune caratteristiche dell’infanzia (come l’accondiscendenza), la presenza di disturbi psichiatrici, la presenza di problematiche relazionali in famiglia, di abusi sessuali o fisici o di eventi distruttivi (quali la malattia cronica o la morte di un genitore).
 
Tra i fattori di rischio specifici (presenti solo nei disturbi dell’alimentazione) abbiamo la presenza di disturbi dell’alimentazione in famiglia, nei genitori o in altri parenti, e il rischio di fare diete. La ricerca ha infatti dimostrato che il fatto di seguire una dieta aumenta il rischio di sviluppare un disturbo dell’alimentazione, tale rischio è tuttavia aumentato anche nel caso di obesità
Il rischio di fare diete risulta aumentato quando un membro della famiglia è a dieta per il peso o forme corporee o anche per altri motivi, quando vi sono critiche o commenti ripetuti di familiari o di altre persone esterne alla famiglia su alimentazione, peso e forme corporee, nel caso di prese in giro per peso, forme corporee e alimentazione, in caso di obesità personale nell'infanzia o obesità dei genitori e nel caso in cui si frequentino ambienti che enfatizzano la magrezza (ad esempio danza, sport, moda). 
Tra i fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi alimentari abbiamo anche la presenza di difficoltà alimentari precoci

Naturalmente nessuno di questi fattori è sufficiente da solo per provocare la comparsa del disturbo; si tratta semplicemente di condizioni che, se presenti, ne aumentano la probabilità di comparsa.
Una vera e propria causa dei disturbi alimentari infatti non è stata individuata.

Disturbi del comportamento alimentare: caratteristiche principali

Posted on November 14, 2012 at 10:40 AM Comments comments (194)
I disturbi del comportamento alimentare sono caratterizzati da comportamenti finalizzati al controllo del peso, deleteri per la salute fisica e psicologica e non conseguenti ad altre condizioni patologiche; in tutti questi disturbi troviamo un’eccessiva importanza attribuita al peso, alle forme corporee e al controllo dell’alimentazione, tutta una serie di pensieri e preoccupazioni per l’alimentazione, il peso e le forme corporei e la sensazione di essere grassi
 Questi fattori sono così importanti da condurre l’individuo a valutarsi in gran parte, o addirittura esclusivamente, sulla base di essi; dunque le persone affette da disturbi del comportamento alimentare si valutano sulla base del loro peso, delle forme del loro corpo e della capacità che hanno di controllare la propria alimentazione (schema di autovalutazione disfunzionale), senza considerare gli altri aspetti della vita, come il lavoro o lo studio, i rapporti con i famigliari e gli amici, la pratica di attività sportiva o capacità in qualsiasi altro campo.   
I due principali e più noti disturbi dell’alimentazione sono l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa; abbiamo poi i disturbi dell’alimentazione atipici o non altrimenti specificati, che raggruppano quelle condizioni in cui il comportamento alimentare è significativamente alterato ma non troviamo né tutti i sintomi dell’anoressia nervosa né tutti i sintomi della bulimia nervosa: un caso particolare è il disturbo da alimentazione incontrollata, che può essere trattato in maniera analoga all'obesità. Nell'anoressia nervosa troviamo, oltre alle caratteristiche generali di cui si è detto sopra, la ricerca della perdita di peso e della magrezza, ottenuta seguendo una dieta fortemente restrittiva sovente abbinata ad un’attività fisica eccessiva e finalizzata alla perdita di peso; alcuni pazienti ricorrono anche al vomito o ad altri comportamenti come l’abuso di lassativi o diuretici. Anche quando la perdita di peso raggiunga livelli pericolosi per la salute continua ad essere considerata un valore e un segno di successo; proprio il basso peso e la forte restrizione alimentare innescano tutta una serie di altri sintomi, i cosiddetti sintomi da digiuno, che contribuiscono a mantenere il disturbo e comprendono depressione, ansia, irritabilità, debolezza e difficoltà di concentrazione (con immediate ripercussione sul lavoro e sullo studio), isolamento sociale, preoccupazioni per il cibo, pensieri inerenti il cibo (ad esempio con l’abitudine di collezionare ricette e libri di cucina), incremento del consumo di caffè e tè (solitamente molto caldi) e spezie, abitudini alimentari inusuali, disturbi del sonno e disturbi gastrointestinali (che poi spesso sono addotti come spiegazione alla restrizione alimentare). Il ruolo dei sintomi da digiuno nel mantenere il disturbo fa comprendere facilmente l’importanza di intervenire fin da subito sul comportamento alimentare e sulla correzione del peso corporeo, senza aspettare che il paziente abbia risolto le problematiche psicologiche, le quali in parte sono causate e mantenute proprio dal basso peso e dalla restrizione alimentare; ecco dunque messa in evidenza l’importanza di un trattamento multidisciplinare, che affronti contemporaneamente i diversi aspetti della patologia.  
Nella bulimia nervosa il peso in genere è normale (in alcuni casi possiamo avere un modesto sottopeso o un modesto sovrappeso, ma il peso non è mai basso come nell'anoressia nervosa o francamente aumentato), infatti i tentativi di perdita di peso sono interrotti da abbuffate  (episodi in cui il soggetto perde il controllo sulla propria alimentazione ed assume grandi quantità di cibo) seguite dall'impiego di metodi di compenso, cioè mezzi messi in atto per eliminare le calorie introdotte con l’abbuffata, che peraltro non sono mai eliminate completamente: tra questi mezzi abbiamo il vomito auto-indotto, l’abuso di lassativi o diuretici, la pratica di attività fisica eccessiva e il digiuno.

Disturbi del comportamento alimentare - segnali d'allarme

Posted on October 25, 2012 at 9:39 PM Comments comments (166)
In caso di comparsa di un disturbo alimentare (Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Disturbi Alimentari Atipici o Non Altrimenti Specificati) l’intervento risulta più efficace quanto più è tempestivo; il trattamento di disturbi di lunga durata risulta infatti possibile ma più difficoltoso.
 
Vediamo dunque alcuni segnali di allarme, che possono fare sospettare la presenza di un disturbo dell’alimentazione:

  • perdita di peso rapida
  • ridurre la quantità e la qualità dei cibi e la frequenza dei pasti 
  • rallentare il tempo di assunzione del cibo
  • tagliare il cibo in piccoli pezzi
  • aumentare l’uso di spezie
  • sensi di colpa dopo aver mangiato un pasto normale
  • ansia di fronte ad un piatto normale
  • inventare scuse per evitare le situazioni sociali che prevedono il consumo di cibo
  • costante preoccupazione per il cibo, il peso e le forme corporee o particolare interesse per gli argomenti che li riguardano
  • collezionare ricette e libri di cucina
  • cucinare per gli altri ma evitare di mangiare
  • eccessiva attività fisica
  • isolamento sociale
  • irritabilità
  • umore depresso
  • difficoltà di concentrazione
  • induzione del vomito in segreto
  • alternanza di dieta ferrea ed episodi di alimentazione eccessiva
  • alimentazione eccessiva nei momenti di stress
  • mangiare grandi quantità di cibo senza aumentare di peso
  • mangiare di nascosto
  • riferire nausea dopo aver mangiato anche solo pochi bocconi
  • lamentarsi frequentemente per difficoltà digestive
  • erosione dello smalto dei denti
  • ingrossamento delle ghiandole salivari
  • anomalie mestruali o perdita del ciclo mestruale
  • stipsi e perdita di regolarità intestinale
  • crampi muscolari